Nella seduta tenutasi il 2 luglio 2018, il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge c.d. “Dignità” recante “disposizioni urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese”.

Il provvedimento introduce novità che riguardano, oltre la lotta al fenomeno della ludopatia (Titolo III) ed una misura in materia di semplificazione fiscale (Titolo IV), il contrasto al precariato (Titolo I) ed alla delocalizzazione (Titolo II).

Per quanto riguarda le misure finalizzate al contrasto al precariato – misure che hanno lo scopo di limitare l’utilizzo dei contratti di lavoro a tempo determinato, favorendo i rapporti a tempo indeterminato – – le principali novità sono rappresentate:

  1. dall’aumento del valore minimo e massimo spettante ai lavoratori licenziati illegittimamente come disciplinato dal D.Lgs. n.23/2015 (le c.d. “tutele crescenti”) che passa da 4 a 6 mensilità per il minimo e da 24 a 36 mensilità per il massimo;
  2. dalla riduzione del limite massimo dei contratti a termine che si riduce da 36 a 24 mesi, dalla possibilità di stipulare il primo contratto senza specifiche causali con una durata non superiore a 12 mesi, mentre l’eventuale rinnovo e, comunque, per i contratti più lunghi di 12 mesi, tornano le causali ovvero sarà possibile solo a fronte di “esigenze temporanee e oggettive, estranee all’ordinaria attività per esigenze sostitutive di altri lavoratori” e “di esigenze connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell’attività ordinaria”;
  3. le possibili proroghe passano da 5 a 4 ed in caso di rinnovo del contratto a tempo determinato sono inoltre previsti aumenti dei costi contributivi (pari al 0,5% del contributo addizionale) e le nuove regole fissate valgono anche per i contratti a tempo determinato in somministrazione;

 

In riferimento al contrasto alla delocalizzazione, il decreto legge prevede sanzioni amministrative nei confronti delle aziende che hanno ricevuto aiuti di Stato e che delocalizzano le attività prima che siano trascorsi 5 anni dalla fine degli investimenti agevolati. Le sanzioni sono da 2 a 4 volte il beneficio ricevuto che andrà restituito con interessi maggiorati fino a 5 punti percentuali.

Inoltre, nel caso di imprese che beneficiano di aiuti di Stato che prevedano una valutazione dell’impatto occupazionale, detti benefici vengono revocati, in tutto o in parte, se nei successivi 5 anni vengono ridotti i livelli occupazionali.

 

Il decreto “Dignità” ha poi introdotto divieti sulla pubblicità relativa a giochi d’azzardo o scommesse con vincita in denaro che dal 2019 scatterà anche per le sponsorizzazioni e ”tutte le forme di comunicazione”. Sono previste, per i trasgressori, sanzioni pari al 5% del valore della sponsorizzazione o della pubblicità ed in ogni caso non inferire di Euro 50.000.

 

Da ultimo sono state introdotte misure di semplificazione fiscale ovvero la revisione dell’istituto del cosiddetto “redditometro”, il rinvio della prossima scadenza per l’invio dei dati delle fatture emesse e ricevute al febbraio 2019, nonché l’abolizione del c.d. split payment per le prestazioni di servizi rese alle pubbliche amministrazioni dai professionisti i cui compensi sono assoggettati a ritenute alla fonte a titolo di imposta o a titolo di acconto.

 

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